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Ma quanto durano gli edifici?

Questo è un argomento doloroso e impopolare …

In realtà la risposta è variegata, e l’aspetto peggiore riguarda soprattutto gli edifici in cemento armato, specialmente quelli costruiti agli albori del boom edilizio italiano, vale a dire negli anni sessanta e settanta e vedremo perché.

Ma veniamo con ordine: nel nostro paese le abitazioni sono costruite soprattutto in cemento armato, in muratura, in pietra, specialmente nelle località di montagna, e in misura minore con altri materiali, in particolare il legno, che sta però prendendo piede negli ultimi anni per le ottime caratteristiche strutturali ed economiche del moderno lamellare, sono anche costruite (molto raramente), in metallo e persino con la tecnica “a massoni”, vale a dire in terra cruda e fibre vegetali, tecnica diffusa in Abruzzo e Marche, ma anche nella variante “pissé” in nord Europa ed in altre parti del mondo e che sta tornando in auge per i propri (pochi) raffinatissimi cultori.

Quanto durano e che caratteristiche hanno le abitazioni costruite in questi materiali? Vediamole una per volta:

Il cemento armato

Quando si cominciarono a costruire i primi edifici in cemento armato, si pensava che potessero durare indefinitamente, perché si riteneva che il calcestruzzo fosse impermeabile all’aria ed ad altri agenti chimici, come il salino, il vapore acqueo, ecc., purtroppo così non era, in particolare il fenomeno forse peggiore è la carbonatazione del calcestruzzo, a questo bisogna aggiungere spesso una pessima esecuzione delle opere, specialmente per gli edifici costruiti durante il boom edilizio, non di rado da ditte improvvisate, o da maestranze inesperte e sotto una regolamentazione approssimativa.

Tipica struttura a telaio in calcestruzzo armato, sulla quale verranno montate le tamponature

La carbonatazione non è che la progressiva permeabilità del calcestruzzo all’ossigeno, di per se non lo danneggia, anzi ne migliora le caratteristiche meccaniche, ma consente all’aria di arrivare ai ferri dell’armatura, e ferro più ossigeno fa “ossido di ferro”, meglio noto come “ruggine”. Quando il ferro arrugginisce la sua sezione resistente  si assottiglia mentre il suo volume aumenta di circa cinque volte e questo fa scoppiare il cemento che copre l’armatura (copri-ferro), mettendola a nudo ed accelerando il fenomeno, la ruggine quindi diminuisce, a volte drammaticamente, la resistenza della struttura alla trazione e alla flessione, che è il motivo per il quale viene messo il ferro (il cemento resiste solo alla compressione).

Esempio di frontalino e balcone ammalorato. Le strutture dei balconi sono le prime a soffrire e costituiscono una buona spia dello stato del fabbricato.

Nel link trovate una descrizione più esaustiva riguardo al degrado del cemento.

A questo problema, che è inevitabile, si aggiunge spesso, e proprio per gli edifici più datati, una pessima esecuzione, a volte dovuta alle regole del tempo, troppo permissive, a volte agli abusi, allora decisamente più tollerati di adesso, a volte a comportamenti puramente e semplicemente criminali.

Elenco qui alcune delle criticità più comuni del passato: in quegli anni non era necessaria una perizia geologica per costruire un edificio, quando si arrivava al terreno (apparentemente) solido si gettavano le fondazioni, spesso su livelli diversi. Quando si sezionava una scarpata, spesso l’ultima fila di plinti era su terreno di riporto, quindi con una bassa portanza. Quasi sempre le fondazioni erano su plinti, quindi soggette a cedimenti differenziali, rare e non obbligatorie le fondazioni su travi rovesce, assenti le platee. Il cemento veniva spesso impastato in cantiere, quindi soggetto ad errori di dosaggio e disomogeneità. Si usava a volte sabbia di mare ovviamente contenente sale, quindi igroscopica. Si usavano ferri lisci, e non quelli ad adesività migliorata e spesso i nodi e in generale la struttura non erano adeguatamente staffati. Si tendeva a risparmiare sul ferro, che era molto costoso, a volte rimuovendone una parte, criminalmente, dopo la visita del direttore dei lavori. Si arrivava a costruire abusivamente addirittura anche qualche piano di più di quelli previsti in progetto, tanto poi si sanava tutto … ecc. ecc.

Quanto dura, allora, un edificio di cemento armato? Bene, dipende da come è stato costruito, ma eliminando gli estremi, una media ragionevole è sessanta/settanta anni.

Ma intendiamoci bene, questo non significa che a settanta anni ed un giorno l’edificio crolli di colpo miseramente; semplicemente diventa pericoloso, specialmente in una terra di terremoti come la nostra, perché a quel punto le strutture sono usurate e non hanno più la resistenza di progetto (se mai l’abbiano avuta). Come barche dalle tavole marce, magari galleggiano nella bonaccia, ma se arriva la tempesta? …

La muratura portante

Le case di mattoni sono senz’altro le più longeve in assoluto, anche se non mancano anche qui le criticità.

Anzitutto dobbiamo distinguere gli edifici interamente in mattoni, quindi con i soffitti a volta, da quelli a costruzione mista, e gli edifici di pregio, da quelli costruiti poveramente, cosa che avveniva spesso nel passato.

In questo caso sono in mattoni anche le strade (città di Penne)

Gli edifici interamente in mattoni sono praticamente eterni, terremoti a parte, ma se sono ben costruiti sono anche discretamente antisismici, essendo la struttura portante (muri perimetrali e di spina) molto omogenea e rastremata verso l’alto, e le volte leggere. L’unica parte che si usura (ma ci possono volere secoli), è l’orditura del tetto (travi di colmo, puntoni ed arcarecci), che una volta, negli edifici di pregio, si faceva addirittura in noce nazionale, e le tegole, che dopo qualche decennio alle intemperie si fessurano e rompono, ma sono assai facili da sostituire. La terracotta è inoltre un ottimo isolante termico, considerando anche gli spessori delle murature.

Gli edifici di mattoni costruiti più di recente, diciamo dall’inizio del secolo scorso in poi, hanno di solito le solette costruite con travetti in ferro e voltine in mattoni, o con strutture leggere in laterizio e calcestruzzo, armato e gettato in opera sul posto; hanno il pregio di essere leggere (il che è un vantaggio dal punto di vista sismico), ma sono piuttosto fragili (se ci si mette a saltare il pavimento vibra), e soprattutto le seconde, non eccessivamente durevoli.

Discorso un po’ diverso per gli edifici del passato costruiti poveramente; a volte, rimuovendo l’intonaco, si trovano rimaneggiamenti e riparazioni effettuate in modo approssimativo, le murature hanno di solito spessori inadeguati, le strutture del tetto sono fragili, ecc. Per questi edifici va fatta una valutazione caso per caso, possono essere, in effetti, persino pericolosi.

Infine gli edifici moderni in muratura portante, costruiti con materiali tecnici come ad esempio il Poroton, e con il tetto in lamellare, costituiscono una soluzione eccellente in fatto di durevolezza, isolamento e antisismicità, con l’unico limite nelle dimensioni massime degli edifici realizzabili.

Costruzioni in muratura portante o sistemi misti

Gli edifici in legno

Il legno, come materiale da costruzione, sta diventando in questi ultimi tempi piuttosto di moda.

In effetti la ragione per la quale nel nostro paese ci sono così poche case in legno, dipende dal fatto che l’Italia è un paese estremamente antropizzato, i boschi esistenti sono stati tagliati già ancora nel medioevo, ed il legno, nel passato (ed un passato non troppo lontano), era troppo costoso da importare, per cui si limitava il suo uso, solo dove era realmente indispensabile (travi del tetto, infissi, ecc.). Aggiungo che la costruzione tradizionale in legno, oltre a richiedere una gran quantità di materia prima, non è di facile esecuzione. Le tecniche costruttive utilizzate in paesi come il Canada o gli USA, dove il legno, tra l’altro di ottima qualità, abbonda, utilizzano metodi di semi prefabbricazione e tecniche costruttive piuttosto moderne, sebbene risalgano all’ottocento.

Questo è un edificio di costruzione tradizionale (metodo blokbau) ma gli edifici moderni di legno sono normalmente intonacati all’esterno ed è difficile distinguerli da quelli in muratura
Questo, ad esempio, è un edificio moderno in legno, come si vede non lo sembra affatto.

Ciò che sta rendendo l’utilizzo del legno una validissima alternativa agli altri materiali è l’uso del moderno “lamellare”, l’abbassamento dei costi di trasporto e la pratica di “coltivare” i boschi, come qualsiasi altro prodotto agricolo, sia pure con cadenze pluridecennali, il che evita la distruzione forestale e rasserena gli ecologisti.

Il “lamellare” è un materiale composito, costituito da tavolette incollate a formare travi e pannelli (X-Lam), che possono essere tanto grandi quanto i moderni trasporti consentano. L’uso di tavolette piuttosto piccole consente di evitare al massimo lo sfrido, il che abbassa i costi notevolmente, ma soprattutto questo materiale consente di edificare strutture arditissime, impensabili con i sistemi tradizionali.

Il legno lamellare è un materiale da costruzione eccellente, è leggero, elastico, resistente, è trattato in modo da essere ignifugo, resistente agli insetti, ecc. 

La costruzione si può prefabbricare è veloce ed anche economica, è antisismica, naturalmente isolante e confortevole e si possono costruire anche edifici di grandi dimensioni … ed i contro? La tecnologia non è ancora troppo diffusa e quindi manca un certo know-how sul territorio, e nessuno sa quanto duri questo materiale, essendo troppo recente per essere stato messo alla prova dal tempo. Comunque è un materiale sicuramente ben studiato e progettato. Io stesso ho una abitazione in X-Lam.

WoHo, il grattacielo in legno più alto del mondo (98 metri), in costruzione a Berlino. © Mad Arkitekter

Gli edifici in pietra

Da noi quasi solo in montagna. Materiale ricco se realizzato in pietre squadrate, povero per gli edifici assemblati con pietre grezze, legate con malte poco performanti. Se si incontrano tanti castelli diroccati, non è per gli assedi, ma per i terremoti. D’altra parte il colosseo sta ancora là, e sarebbe intatto se non lo avessero usato come cava di materiali edili. I ponti romani, che nessuno avrebbe mai demolito deliberatamente, sono ancora in uso al giorno d’oggi.

Quindi gli edifici costruiti bene sono estremamente durevoli, quelli costruiti male sono addirittura pericolosi. Aggiungo che nessuno oggi costruirebbe case in pietra, perché nessuno saprebbe farle, avrebbero comunque un costo esorbitante e sarebbero pessime in quanto ad isolamento termico.

Conclusioni

Povera casa di contadini costruita in terra cruda, spesso dagli stessi proprietari, tipica dell’Abruzzo e delle Marche
All’estremo opposto questa raffinatissima casa in terra cruda realizzata con una enorme e ultramoderna stampante 3D

Tralasciando le esotiche case a “massoni”, peraltro ottime sotto molti punti di vista, ma assolutamente di nicchia, e la struttura metallica, adatta ai grattacieli ed ai capannoni industriali (tra l’altro la carpenteria metallica non è poi così economica, per edifici complessi), abbiamo visto che gli edifici meno durevoli sono quelli a telaio in cemento armato, che sono purtroppo anche quelli più numerosi,

Penso che dovrebbe essere incoraggiata, con appositi incentivi e facilitazioni, la rottamazione progressiva degli edifici in calcestruzzo, dato che i più vecchi sono ormai così usurati da essere addirittura pericolosi, specialmente in un paese ad altissimo rischio sismico come l’Italia. Meditare, meditare …

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